TEATRO PUCCINI 25/26

Teatro Puccini Firenze

www.teatropuccini.it

Toscral ha acquistato 2 abbonamenti per la visione dei seguenti spettacoli nella rappresentazione sotto indicata:

** Costo del biglietto per ogni singolo spettacolo € 15,00 **

Come di consueto il socio potrà iscriversi al sorteggio di 2 biglietti

(uno per il socio, uno per un accompagnatore).

Toscral parteciperà al costo del biglietto del solo socio.

Toscral non è responsabile di eventuali variazioni di orario e data. E’ cura del vincitore accertarsi che l’evento si terra’.

Si precisa che il calendario potrebbe subire variazioni e/o modifiche per motivi indipendenti dalla volontà della direzione, pertanto consigliamo di controllare durante l’anno eventuali comunicazioni che verranno riportate sul sito del teatro.

I BIGLIETTI DEGLI SPETTACOLI SARANNO TENUTI IN CUSTODIA PRESSO LA BIGLIETTERIA DEL TEATRO ED IL SOCIO VINCITORE TROVERA’ UNA BUSTA A SUO NOME DA RITIRARE LA SERA DELLO SPETTACOLO VINTO.

Non sono ammesse rinunce successive all’estrazione. I soci estratti, in caso di impossibilita’ e/o imprevisto sono pregati di avvertire la segreteria Toscral al 370/3717871 anche messaggio whatsapp, in modo da poter  far partecipare un altro socio.

Per le iscrizioni, è necessario inviare una mail al seguente indirizzo internet: info@toscral.it

SCADENZA ISCRIZIONI: 20 ottobre 2025

SPETTACOLO N. 1 – Venerdì 30 ottobre 2025 ore 21,00

NON HANNO UN (AMICO) DUBBIO con Luca Bizzarri

A ottobre va in scena un nuovo capitolo dello spettacolo ispirato all’omonimo podcast edito da Chora Media che negli ultimi anni ha riscosso un tale successo da rendere il modo di dire “Non hanno un amico” un intercalare comune e diffusissimo. Con tutta la sagacia della sua satira, Bizzarri ci porta a ridere di noi stessi, delle nostre debolezze, dei nostri tic.

SPETTACOLO N. 2 – Venerdì 14 novembre 2025 ore 21,00

RE LEAR E’ MORTO A MOSCA Cesar Brie

Nove artisti in scena, nove corpi, ricreano con parole, canti, danze e immagini una storia di libertà e amore per l’arte. Un’avventura umana ed artistica esemplare e poco conosciuta, ancora attuale, la cui narrazione è accompagnata dai dipinti di Chagall e dai personaggi del Re Lear.

194813 gennaio, Minsk. Un furgone investe e uccide Solomon Michoels: di lui restano un orologio da polso fermo alle 10 di sera, due figlie e una moglie. Notte tra il 23 e 24 dicembre, Mosca. Venjamin Zuskin viene rapito nel sonno, interrogato, torturato e quattro anni dopo fucilato. Il grande Teatro Ebraico di Mosca, il Goset, perde Lear e il suo Matto. Il primo e unico Re Lear in yiddish non andrà mai più in scena. Il mandante di questi omicidi è Iosif Stalin. Solomon Michoels e Venjamin Zuskin: due attori ebrei, due amici, condannati per aver volato troppo in alto. Colpevoli di aver immaginato un teatro d’arte fatto di canti, danze, poesie e colori in lingua yiddish nell’Unione Sovietica di Stalin. Un viaggio in Russia per raccontare una storia vera ormai dimenticata, attraverso i dipinti di Chagall e i personaggi del Re Lear. Uno spettacolo di memorie da riscoprire, custodite al di là del palcoscenico. “Spegnete i lumi e soffiate il dolore; si chiude il sipario”

SPETTACOLO N. 3 – Martedì 25 novembre 2025 ore 21,00

CIARLATANI Silvio Orlando

“Ciarlatani” è una commedia in cui solo quattro attori viaggiano attraverso decine di personaggi, spazi e tempi. Una satira sul mondo del teatro e dell’audiovisivo, ma anche una riflessione sul successo, sul fallimento e sui ruoli che ricopriamo, dentro e fuori la finzione.

SPETTACOLO N. 4 – Giovedi 11 dicembre 2025 ore 21,00

ALTRI LIBERTINI di Pier Vittorio Tondelli

Pubblicata nel 1980, Altri libertini è l’opera prima di Pier Vittorio Tondelli, giornalista, saggista, drammaturgo e scrittore, scomparso nel 1991 a soli trentasei anni. Con linguaggio vivo, crudo e a tratti sperimentale, racconta le storie di giovani, spesso ai margini della società, in cerca di una propria identità nell’Italia della fine degli anni ’70. Un’opera talmente rivoluzionaria e spudorata – fu addirittura sequestrata per oscenità – da affermarsi rapidamente come manifesto di un’intera generazione, contribuendo ad annoverare lo scrittore emiliano tra gli autori più importanti della letteratura contemporanea.  Dei sei racconti che compongono il volume – “romanzo a episodi” lo definiva Tondelli – Licia Lanera ha scelto di lavorare su ViaggioAltri libertini Autobahn, incrociandoli a creare un’unica narrazione che la vede in scena al fianco di tre interpreti maschili.

SPETTACOLO N. 5 – Venerdì 16 gennaio 2026 ore 21,00

REZZA MASTRELLA Metadietro

L’ammutinamento è sempre auspicabile in un organismo sano. Un ammiraglio blu elettrico tenta di portare in salvo la sua nave spalleggiato da una frotta che lo stordisce con ossessioni di mercato: la salvezza di chi ti è vicino non è la via di fuga per chi vive delle proprie idee. In ogni caso nessuno è colpevole, c’è solo un gran divario nello stare al mondo. Tra visioni difformi si consuma l’ennesimo espatrio, che non è la migrazione di un popolo, ma l’allontanamento inesorabile dalla propria volontà. E vissero tutti relitti e portenti.

SPETTACOLO N. 6 – Venerdì 30 gennaio 2026 ore 21,00

IL BIRRAIO DI PRESTON di Andrea Camilleri

Prima di accettare l’ipotesi di una riduzione per il teatro di questa mia opera letteraria ho resistito un bel po’. Non capivo come fosse possibile (e ragionavo, è ovvio, da autore) trovare un contenitore spaziale, una griglia che supportasse, senza tradirlo, il racconto. Il colloquio avuto con Giuseppe Dipasquale ci ha fatto trovare la soluzione: una struttura drammaturgica che salvaguardasse la scomposizione temporale del romanzo, ma condotta in modo da localizzare scenicamente il tutto in un luogo che fosse ad un tempo un teatro (quello, per esempio, dove poteva essere avvenuto l’incendio) e il luogo dell’azione del racconto. Sono stato per lungo tempo un regista per non capire quante insidie si nascondono nella trasposizione scenica di un’opera letteraria. Ci sembra, questa volta, di avere fatto il possibile affinché l’opera, lo spirito, l’ironia del romanzo siano state conservate. Per il resto non posso che essere d’accordo con quell’altro mio illustre conterraneo, quando diceva che l’opera dello scrittore finisce quando comincia quella del regista. Pirandello amava dire che il lavoro dell’autore terminava quando egli riusciva a mettere la parola “fine” alla scrittura teatrale. Bene, questo copione ha la parola fine, messa nell’ultima pagina. Tuttavia, mi sento di chiosare il buon Luigi: è proprio nella messa in scena che inizia un nuovo viaggio del testo, sempre diverso e sempre nuovo, sempre imprevedibile, sempre disperatamente esaltante. Per questo il confine del teatro è come l’orizzonte dei viaggiatori nei mari d’Oceano: sempre presente, mai raggiungibile. Andrea Camilleri

SPETTACOLO N. 7 – Venerdì 13 febbraio 2026 ore 21,00

TOTALMENTE INCOMPATIBILI Corrado Nuzzo e Maria DI Biase

In contrasto tra di loro, in disaccordo con il mondo, felicemente inadattabili. Per Corrado Nuzzo e Maria Di Biase non valgono né il detto “chi si somiglia si piglia” e neppure “gli opposti si attraggono”, perché nulla li accomuna e tutto li allontana. Eppure, nonostante questo, da svariati anni continuano a stare insieme nella vita e in scena: perché? Perché amano le diversità, perché si sentono dei pesci fuor d’acqua, perché sono degli outsider, ma soprattutto perché con il loro disagio fatturano. Con un metodo empirico consolidato questi due fini studiosi dell’animo umano cercheranno insieme al pubblico di codificare il presente, riducendo al minimo il confronto con il passato e la paura per il futuro. Vittime come tutti dell’inciviltà digitale che semplifica il contenuto, asseconda la pigrizia, indebolisce la memoria, cercheranno nonostante tutto di privilegiare l’analisi rispetto al giudizio concedendosi il lusso di fermarsi un attimo e raccontare i disastri che vedono intorno a loro. Consapevoli che non si può ridere di tutto e di tutti, rimangono comunque convinti a provarci fino in fondo. In questo spettacolo troveranno un punto di accordo o resteranno totalmente incompatibili? Lo scoprirete solo a teatro.

SPETTACOLO N. 8 – Venerdì 27 febbraio 2026 ore 21,00

ARLECCHINO MUTO PER SPAVENTO Stivalaccio Teatro

Uno dei canovacci più rappresentati nella Parigi dei primi del ‘700, qui riproposto per la prima volta in epoca moderna, Il muto per spavento rappresenta un grande omaggio alla Commedia dell’Arte e all’abilità tutta italiana del fare di necessità virtù. La trama è quella “classica” della Commedia dell’Arte, con un amore contrastato e i lazzi e le improvvisazioni lasciate ai personaggi e alle maschere che portano in scena. Questo Arlecchino, sicuramente originale per la scelta del canovaccio inedito e per la volontà di riportare alla ribalta dopo almeno 20 anni di silenzio la Commedia dell’Arte con il suo “repertorio” di strumenti del mestiere come la recitazione, il canto, la danza, il combattimento scenico, i lazzi e l’improvvisazione, testimonia la scelta di voler fare un “teatro d’arte per tutti”, come la vera e profonda vocazione di Stivalaccio Teatro.

SPETTACOLO N. 9 – Giovedì 5 marzo 2026 ore 21,00

LISISTRATA Lella Costa

Lisistrata si regge su un presupposto terribilmente serio e grave, qualcosa che affligge l’umanità da sempre e che pare essere da sempre inarrestabile: la guerra. Lisistrata stessa sembra scritta come un’eroina della tragedia. Altro che commedia! Un Atene dove non ci sono più uomini, perché tutti al fronte. Un mondo che si sta sgretolando e intanto politici e tecnocrati di Atene e di Sparta che non sanno, non possono, non vogliono risolvere la situazione. Ci ricorda qualcosa? La grande commedia è sempre una provocazione, scandalo che scuote le coscienze. È l’assurdo che si fà segno di ribellione, di visioni altre, magari poco probabili ma forse possibili. Lo sciopero del sesso da parte delle donne può essere una soluzione per fermare la guerra? Per rilanciare la vita e l’amore? Oggi più di ieri questa esilarante e perfetta commedia ci parla. Il suo antico richiamo risuona potente: “Donne di tutto il mondo, unitevi! Perché non ci provate? Magari è la volta buona che ci riuscite!”

SPETTACOLO N. 10 – Giovedì 19 marzo 2026 ore 21,00

NEL BLU avere tra le braccia tanta felicita’ Mario Perrotta

C’è stato un momento in cui il nostro paese – e una gran parte di mondo – è apparso felice. Sono gli anni a cavallo del 1958, gli anni subito prima e subito dopo l’inizio del boom economico. La gente era – o sembrava – felice, carica di futuro negli occhi. E se c’è un uomo che incarna tutto questo nel suo corpo, se c’è uno che con la sua voce, con la spinta vitale che ha abitato ogni suo passo, rappresenta appieno quegli anni, quest’uomo è Domenico Modugno. Con una sola canzone rende l’intero occidente felice di esistere. Eppure, lui sapeva di lavorare sull’effimero, sull’impalpabile ma, nonostante tutto, si ostinava a crederci: «Io voglio cantare la felicità. Anche se non esiste, mi voglio illudere che esista, devo credere che esista». E lo fa con ostinazione, con tormento interiore, ma fino in fondo. Nel blu è il racconto intimo di un uomo di una terra dimenticata da Dio – quella Puglia che sarebbe rimasta alla periferia del regno ancora per decenni, almeno fino a quando anche io la lasciai per cercare una vita artistica altrove – che parte all’avventura per “fare l’attore” e si ritrova, dopo pochi anni, a insegnare a tutto il mondo a “volare”: apre la bocca e trascina via con un urlo irrefrenabile ogni residuo fosco del dopoguerra. Proverò ad accostare la sua storia con tutta la cura possibile, per non tradire un uomo della mia terra, per non tradire la mia terra stessa. Un racconto di un’esistenza guascona e testarda in cui i musicisti/compositori con me sul palco sono l’altra voce di Domenico Modugno, quella voce che le parole non riescono e non possono rappresentare.

SPETTACOLO N. 11 – Venerdì 27 marzo 2026 ore 21,00

UNA NOTTE SBAGLIATA Marco Baliani

Dopo il successo dello spettacolo Trincea, vorrei sperimentare un’altra tappa di ricerca di quello che mi piace chiamare teatro di post-narrazione. Una narrazione dove il linguaggio orale del racconto non riesce più a dispiegarsi in un andamento lineare, ma si frantuma, produce loop verbali in cui il Tempo oscilla, senza obbligati nessi temporali. Flussi di parole che prendono strade divaricanti mentre cercano disperatamente di circoscrivere l’accadimento di quella “notte sbagliata”. Quella manciata di minuti, chè tanto durerebbe nel Reale il puro accadere dell’evento, si amplifica e diviene big bang di quell’universo di periferia, si espande nelle teste dei partecipanti all’evento, compreso il cane, risucchiando come un buco nero anche chi non è lì su quel pratone d’erba polverosa, ma vicino ai cuori e alle coscienze di chi sta agendo. Un turbine linguistico sostenuto da un corpo che agisce l’evento in maniera performativa, un corpo che si metamorfizza a mano a mano che l’azione prosegue, con gesti che richiamano le esperienze della body art degli anni Settanta, marchiando il corpo come fosse la tela dove l’Assurdo si mostra pienamente, al di là perfino delle parole. Penso che oggi la sfida che il teatro deve affrontare stia tutta nel montaggio drammaturgico, che tenga conto delle nuove percezioni con cui viene veicolata la realtà, forme comunicative con cui il teatro deve misurarsi scompaginandone gli statuti. E questo non può che avvenire attraverso visioni performative, non lineari, dove il dramma viene spezzato da incursioni continue, dove l’oralità dispersiva della voce prevalga sulla linearità della scrittura scenica.

SPETTACOLO N. 12 – Venerdi 10 aprile 2026 ore 21,00

ORGASMO Prosa dispiaciuta sulla fine del sesso Niccolo’ Fettarappa

Non si fa più sesso. Le statistiche parlano chiaramente: uno dei sintomi long covid più allarmanti è l’epidemia di pigrizia sessuale, una inedita e preoccupante crisi del desiderio che colpisce principalmente le coppie di giovani amanti. Cosa è successo? Questa improvvisa e rapida deflazione dell’eccitazione è acuita dall’aumento del consumo di narcotici, antidepressivi o farmaci stimolanti che rendano più prestanti nel mondo del lavoro, più performativi. Mentre questa anestesia di massa dilaga, i tassi di occupazione aumentano. Il lavoro prende il posto dell’orgasmo, il solo piacere ammesso è quello a scopo produttivo. Stiamo assistendo a un annientamento erotico dell’individuo senza precedenti: l’uomo diventa un astratto ente numerico e perde familiarità col retroterra selvaggio del desiderio.

Postato il 31/07/2025